Granato Foradori: un vino che è l’espressione di un territorio
GRANATO di Elisabetta Foradori è realizzato con il 100% di uve Teroldego.
I grandi vini nascono per l’incontro di molti fattori: un vitigno coltivato nel posto giusto, il giusto posto per quel vitigno e qualcuno che custodisca un equilibrio ritrovato.
Così è successo per Elisabetta Foradori che racconta dalle pagine del suo sito web, come si sia accorta ad un certo punto della sua vita che non voleva semplicemente produrre un vino di qualità, ma voleva altresì riconciliare i suoi gesti quotidiani con il suo territorio.
Da una viticoltura sana si ottengono frutti che sono la vera espressione di un territorio. E la Signora Foradori è custode di questo territorio e nella sua azienda realizza vini che ne sono una felicissima espressione.
La ricerca della biodiversità in vigna per ritrovare l’autenticità del Teroldego è stata la missione dell’azienda. E Foradori ha cominciato a praticare un’agricoltura biodinamica.
Le uve di Teroldego che compongono il Granato Foradori sono coltivate su antiche pergole del Campo Rotaliano a Mezzolombardo. Le stesse sono vinificate vigna per vigna e unite solo dopo l’affinamento.
E l’affinamento dura 15 mesi in botte.
La prima annata del Granato Foradori fu il 1986 e da allora continua a raccogliere premi e apprezzamenti.
Il vino è intenso e fitto già nel colore rubino con qualche venatura porpora. L’ampiezza dei profumi si veste di frutta, con note di viola ma anche di liquirizia. Il sorso è vellutato ed elegante nel tannino. Fresco e minerale, caratterizzato dal lungo persistere.
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